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È una questione di sopravvivenza

“Il porta porta non è un’imposizione dell’amministrazione ma una, faccenda puramente culturale”
di Dora Carapellese

Guido Viale noto economista ambientale, si occupa di tutte le implicazioni che ruomo può arrecare al pianeta soprattutto in materia di rifiuti. Attualmente è consulente del comune di Reggio Emilia per la raccolta differenziata porta porta. Il suo ultimo libro dal titolo “un mondo usa e getta” affronta rargomento rifiuti da vari punti di vista. Abbiamo parlato con lui per conoscere la sua esperienza in merito alla raccolta porta porta.
1. la raccolta differenziata: perché?
Innanzitutto, bisogna diminuire la produzione di rifiuti perché esiste una difficoltà oggettiva nel trovare aree di smaltimento. Oggi molte regio­ni si trovano in questa situazione come Napoli per esempio. Differenziare non è un fatto politico ma civico. Il nostro pianeta sta vivendo al di so­pra delle proprie risorse, soprattutto per il ritmo crescente che ha di produrre rifiuti. La raccolta differenziata è l’unico modo per ridurre l’impatto negativo dei rifiuti sull’ambiente.
2. La legislazione cosa dice in merito?
La legislazione europea sia del precedente go­verno che dell’attuale governo prescrivono che la raccolta differenziata raggiunga l’obiettivo del 60-65% nei prossimi cinque anni. Ovvero, i due terzi di quello che noi oggi buttiamo deve esse­re differenziato. È assolutamente indispensabile, per raggiungere queste percentuali, operare con la raccolta porta porta. Con i cassonetti stradali non si avrebbero gli stessi numeri.
3. questa modalità di raccolta è adat­tabile a tutte le città?
Più la comunità è piccola, come può essere quel­la di Argelato, più diventa facile la gestione della raccolta porta porta.
È più complicato gestire lo spazio dei vari rifiuti in casa. Il problema è rendere la raccolta porta por­ta il più comoda possibile per l’utente. Purtroppo come in tutte le comunità che si rispettano ci sa­ranno sempre delle obiezioni, ma varrà la pena affrontarle perché i risultatJ che si ottengono con il porta porta sono notevoli, basti pensare che si possono raggiungere percentuali come 60-70% di rifiuti differenziati. 4. Costa più del precedente sistema fare la raccolta porta porta?
Lo start up della raccolta differenziata può com­portare temporaneamente un aumento dei costi, poichè impegna un numero maggiore di ore lavo­rate rispetto al vecchio sistema. Però si è riscon­trato che nel medio lungo periodo, diciamo da un anno a tre anni, diventa un grosso risparmio, poichè il maggior quantitativo di materiale diffe­renziato permette da un lato, un piccolo recupero finanziario da parte di chi ritira il materiale rici­clato (i vari consorzi preposti), ma soprattutto si riducono drasticamente le spese di smaltimento: il costo delle discariche e degli inceneritori.
5. Secondo lei perché esiste questa connaturale opposizione verso i rifiuti?
Esiste secondo me un’implicazione anche più psicologica. Se ci pensiamo i rifiuti sono quelle cose che vogliamo rimuovere a cui non vogliamo pensare, e l’opposizione viscerale che si mani­festa verso tutte le iniziative di questo genere dalla raccolta porta porta, agli inceneritori, alle riciclerie e così via può essere una prova. È una reazione scontata che ciascuno di noi ha che te­stimonia la sua difficoltà a fare i conti con il flusso enorme di materiali con cui abbiamo a che fare quotidianamente. Tanto più viene differenziato tanfo più prendiamo consapevolezza dei nostri consumi quotidiani, per capire cosa passa tra le nostre mani ogni giorno. Differenzi.are significa anche prendere coscienza che quel rifiuto può es­sere l’inizio di un nuovo ciclo produttivo.
6. Secondo la sua esperienza come possono essere gestiti gli ingombri dei bidoncini?
Bisogna trovare un posto adeguato, solo spe­rimentando si può arrivare ad una soluzione personalizzata in collaborazione con l’ammi­nistrazione. L’inizio purtroppo è sempre un po’ difficoltoso. Anche se penso che l’opposizione alla raccolta è spesso un fatto pregiudiziale e di conservatorismo, perché siamo abituati a pensa­re che lo smalti mento dei rifiuti sia un diritto ga­rantito ed è scontato che qualcun altro si occupi della cosa, non ci siamo mai posti il problema di portare personalmente un contributo. Oggi que­sto non è solo un problema di Argelato ma del­l’intero pianeta, rischiamo di precipitare in una situazione in cui lo smalti mento dei rifiuti diven­ta impraticabile se non troviamo delle soluzioni innovative.
7. Come si risolvono i cattivi odori del differenziato in casa?
I rifiuti che in assoluto puzzano di più sono i ri­fiuti organici, per questi ci sono degli appositi sacchetti traspiranti, già sperimentati, che non permettono la fuori uscita del cattivo odore.
Per quanto riguardai pannolini e anche i pan­noloni degli anziani, un’alternativa può essere’ l’attivazione di un apposito circuito di raccolta nei pressi di aree in cui viene segnalata la pre­senza di anziani e bambini. Altra modalità prati­cata all’estero è l’utilizzo di pannolini lavabili in lavatrice.
8. Un consiglio per il cittadino.
Il cittadino deve capire che non può essere più messo in discussione il sistema di raccolta, non può essere considerato un’imposizione dell’auto­rità comunale. L’esperienza dimostra che se non riusciamo a trovare delle soluzioni alternative non riusciremo più entro breve a fare i conti con la sovrapproduzione di rifiuti che abbiamo. Il por­ta porta è una questione puramente culturale, e chi protesta contro queste metodologie non ha capito la gravità del problema.

 
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