Gli articoli dei lettori
Gli estremi che si toccano
Quest'anno i festeggiamenti dell'anniversario della liberazione sono stati all'insegna dell'unità nazionale.
Il 25 aprile è appena trascorso e come ogni anno si è giustamente ricordata la liberazione dell’Italia dall’invasore germanico. Da molti questa data viene anche confusa con la fine della seconda guerra mondiale, almeno nel nostro paese. Non è così.
La guerra, almeno la guerra civile tra italiani proseguì ancora per molti mesi, con i vincitori che stanarono i vinti “prelevandoli” direttamente da casa loro.
Ma siccome la storia la scrivono i vincitori, di questa mattanza se ne è sempre parlato poco. Io ad esempio ho fin da piccolo sentito parlare dei fratelli Cervi, uccisi dai Fascisti a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943. Anche quest’anno, in occasione dei festeggiamenti per l’annivarsario della Liberazione, la Rai ne ha mandato in onda un documentario.
Ma nessuno qui nel nostro Comune menziona mai la strage di Argelato. Eppure se ne trova traccia anche su Wikipedia oltre che in libri di Giampaolo Pansa e Bruno Vespa.
L’11 e il 12 maggio del 1945 - a guerra finita - 17 persone furono seviziate e poi massacrate a colpi di roncole, vanghe e zappe nelle campagne di Argelato. 7 di esse erano i fratelli Govoni, di Pieve di Cento. Come i Fratelli Cervi, furono “prelevati” da casa loro dove non fecero più ritorno. Oltre ai fratelli Govoni, quattro Bonora in tre generazioni: Alberto, Cesarino e Ugo, rispettivamente nonno, padre e nipote oltre al cuginetto Ivo. Inoltre Bonvicini Alberto, Caliceti Giovanni, Mattioli Guido, Pancaldi Guido, Testoni Vinicio, Malaguti Giacomo.
Nell’immediato dopoguerra la cieca ferocia di alcuni “patrioti” che fino al giorno prima avevano combattuto contro gli spietati aguzzini nazisti, si rivolse - ad armi deposte - verso i propri concittadini la cui unica colpa (e solo per alcuni) è stata di essersi schierati dalla parte sbagliata.
In totale furono 128 le persone “prelevate” da casa e uccise senza un processo, ma solo per placare un intenso desiderio di vendetta e di molti di loro non sono mai stati trovati nemmeno i resti. Dal momento che i concetti primitivi di fascismo e comunismo sono stati quasi del tutto abbandonati e prendendo atto che non c’è comune emilliano che non abbia una strada o una piazza intitolata ai fratelli Cervi, non potremmo qui ad Argelato intitolare una strada ai fratelli Govoni?
chiedi ai vecchi cosa fevero i bravi fratelli govoni e chi uccisero per un pezzo di terra.