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La rassegna teatrale argelatese compie 10 anni
Rassegna itenerante di teatro dialettale
di Toni Romeo
Siamo arrivati a festeggiare i 10 anni della rassegna teatrale di Argelato, dieci anni di attività per assicurare anche agli argelatesi che amano questo genere di manifestazione di potersi rilassare, divertire ed emozionarsi.
Il teatro ha origini antichissime, è una delle prime manifestazioni culturali dell’uomo.
Nelle prime civiltà, infatti, il teatro è legato a questi due termini: rito e mito.
Pertanto è da questa esigenza primaria dell’uomo, da questo bisogno fondamentale di una collettività che ci siamo mossi quando 10 anni fa abbiamo allestito il primo evento teatrale ad Argelato.
La rassegna ottobre 2007 – aprile 2008 è stata progettata da diverse organizzazioni presenti nel territorio quali: il Centro Sociale “Villa Beatrice”, l’Associazione Sportiva Mascarino, l’Auser, l’Associazione “il Temporale” in collaborazione con il comune di Argelato ed altri tra cui Pieve di Cento, Galliera, Castello d’Argile, Bentivoglio e l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna.
Lo spettacolo che ha inaugurato la rassegna 2007 è stato “Bentivoglio 900” uno spettacolo in lingua italiana centrato sulle vicende di una realtà particolare (Bentivoglio) ma estremamente uguale a tante altre realtà della nostra zona.
Lo spettacolo ha visto un grande successo di pubblico.
Tra le altre rappresentazioni un evento davvero speciale, la messa in scena di una selezione dei brani più noti tratti dall’operetta di Victor Leon e Leo Stein su musica di Franz Léhar “La Vedova Allegra” eseguita dalla Compagnia di Elisabetta Gurioli, artista già nota al pubblico argelatese che ricorderà senz’altro la grande performance nel concerto di ferragosto a Villa Beatrice.
Con lei erano sul palco il mezzo soprano Sandra Mongardini, i tenori Alessandro Rinella ed Enea Scala accompagnati al pianoforte dal maestro Filippo Bergonzoni, sotto la direzione artistica della stessa Elisabetta Gurioli.
Seguiranno ancora diverse commedie in dialetto allestite da compagnie teatrali locali che sono fiorite negli ultimi anni quasi in ogni comune della realtà emiliana romagnola.
E’ bene ricordare che questa formula teatrale non è figlia di un dio minore, in Italia il teatro dialettale viene spesso assimilato al teatro nazionale (vedasi l’opera di Eduardo De Filippo, di Scarpetta o di Di Giacomo oppure del genovese Gilberto Govi), infrangendo così la classica divisione che caratterizza il teatro nazionale come espressione del popolo tramite il proprio idioma.
Allora perché no?
Perché una sera, senza andare troppo lontano, non proviamo ad andare a vedere una rappresentazione in dialetto?
Non sarà come andare nei più prestigiosi e trendy teatri cittadini, però ci potremo divertire lo stesso senza troppe pretese.
E perché non portare dietro i genitori, i nonni, i figli o i nipoti? Non sarà cultura aulica dei super intellettuali sterili, ma ricordo a tutti che il dialetto è un pezzo di storia che ci portiamo dietro che sarebbe insensato dimenticare.