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Like, nuova realta musicale
La recensione del concerto ad opera di uno spettatore della serata
di Emiliano Tozzi
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È sempre un “evento” poter assistere al debutto di una band in prima persona e vederne muovere i primi passi nell’eterogeneo mondo della musica.
Sotto questa chiave di lettura l’esibizione offerta dai “LIKE”al teatro comunale di Argelato il 13 ottobre scorso merita di essere menzionata se non altro come l’avvento di una nuova realtà musicale.
I “Like” nascono 9 mesi fa a Bologna dalla voce di Fabrizio Bergamini, dalla chitarra di Giulio Golinelli, dalle tastiere di Paolo Zirotti, dal basso di Paolo Viccinelli e dalla batteria di Roberto Bernardi come tribute-band di una delle più famose e storiche formazioni dell’epoca rock: i Genesis.
Rock o meglio rock progressivo il che sta a sottolineare le difficoltà aggiuntive di un genere e di un repertorio tecnicamente impegnativo e difficile.
Se poi a tutto questo aggiungiamo il nome Genesis le cose assumono il carattere dell’ardua impresa su cui cimentarsi con alle spalle il nome di una band che ha caratterizzato un intero movimento musicale per almeno un decennio.
Partendo da questa premessa i Like si sono presentati all’appuntamento di Argelato con una scaletta degna di nota, riproponendo brani che affondano le loro radici dal periodo 1971/74 offrendo una performance di tutto rispetto. F. Bergamini come cantante e front man ha reso in maniera intensa e profonda la propria interpretazione, toccando punti di particolare emotività sopratutto nei brani estratti da “The Lamb”, brani che si reggono sulle vicissitudini del protagonista Rael.
Struggente e sopra le righe l’interpretazione di “Back in N.Y.C.”
Se saranno mantenute le premesse abbiamo di fronte un degno interprete della magnetica voce di Peter Gabriel, anche per quanto riguarda un uso attento di vari costumi di scena e di un trucco teatrale caratteristico del periodo Genesis.
Giulio Golinelli, ha dimostrato la giusta anima Hackettiana con un approccio ai brani da vero appassionato e cultore.
Apprezzabili le belle esecuzioni di “Horizons” e “The Fountain of Salmacis”.
Colpo di scena alla batteria dove Roberto Bernardi a causa di un’improvvisa indisposizione è stato sostituito dal giovanissimo Stefano Trentin, drummer di sicuro avvenire e già batterista di un’altra cover band dei Genesis.
Pur avendo provato pochissimo, Stefano ha dato prova di un drumming preciso e potente a cui solo la maturità e l’esperienza sapranno dare il giusto approccio dinamico al groove d’insieme.
Paolo Zirotti ha regalato momenti di rara bellezza virtuosa, nonostante le difficoltà tecniche e di strumentazione dettate da un impianto composto da ben 5 tastiere e svariati switch, a pedale. Nonostante ciò è stato autore di una prova generosa ed avvolgente.
Ultimo ma non meno importante Paolo Viccinelli che col suo basso compie un lavoro oscuro ma efficace ed indispensabile per l’economia del gruppo: bravo nel gestire gli intrecci armonici e percussivi di tastiere e batteria con spiccata musicalita’.