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Sviluppo sostenibile ad Argelato, un premio dal principe di Galles

Riconoscimento al progetto “Facciamo Centro”
di qualcuno

Londra ed Argelato, una sinergia di intenti urbanistici. . . . Lo scorso 19 e 20 giugno Bologna ed Arge­lato hanno ospitato la delegazione inglese della The Prince’s Foundation for the Built environment del Principe di Galles. e del Duca di Cornovaglia, composta da Hank Dittmar, Steven Parissien e Si­mon Conibear. Hanno presentato per la prima volta in Italia, il caso di Poundbury, un modello urbanistico di successo che mettendo d’accordo Laburisti e Conservatori, è stato assunto come progetto pilota dall’istituzione britannica, l’uffi­cio del vice primo ministro (ODPM), incaricato di promuovere la costruzione di 4 milioni e .mezzo di nuovi alloggi.
Uno dei principali motivi della loro visita è stato il progetto “Facciamo Centro” del comune di Ar­gelato. Si tratta di una strategia innovativa per la progettazione e la crescita della Città di Argela­to. Invece di perseguire la pratica convenzional~ dello sviluppo urbano, basata sulla dicotomia tra centro e periferia, si propone un modello di città policentrica, un insieme armonico di piÙ centri per soddisfare le necessità dei cittadini e riequili­brare l’uso delle risorse e del territorio.
Diverse le autorità presenti alla due giorni. “La città è un terreno privilegiato di apprendimento, di consapevolezza e cultura, un laboratorio viven­te che offre saper fare, memoria, competenza ed esperienza di. grande ricchezza pedagogica” ha dichiarato Giacomo Venturi vice presidente della Provincia di Bologna.
Settembre scorso, Villa Beatrice, una storica costruzione di Argelato, ha ospitato il primo Workshop Internazionale di Rilievo e Progetto Ur­bano: Facciamo Centro organizzato dal Comune di Argelato assieme al Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale dell’Università di Bo­logna.
Il workshopha rappresentato uno stimolo impor­tantè per la comunità dlArgelatoin relazione allo sviluppo della sua multifunzionalità, diversità so­cio-culturale, complessità architettonica ed urba-
na e del suo potenziale di innovazione.
“Il progetto vuole essere un punto di partenza di un nuovo modo di concepire la città - ha dichia­rato Luigi Pasquali, sindaco di Argelato - che lega la qualità del costruire alla qualità urbana, sociale e alla qualità dell’ambiente. Se la modalità del costruire corrisponde a indirizzi pensati e condivi­si si può arrivare al miglioramento della vita del cittadino su vari fronti”.
L’iniziativa ha inteso avviare una fase di ricerca e proposizione di soluzioni e metodologie per lo sviluppo del capoluogo, il cui assetto futuro sarà sempre più caratterizzato dalla centralità di Vil­la Beatrice; centralità fisica in quanto l’abitato si estende fino a racchiuderla al suo interno, ma anche storica e culturale per il ruolo che potrà giocare nella crescita sociale della comunità.
La due giorni si è sviluppata intorno anche a temi visti in una prospettiva allargata come la sostenibilità urbana della città europea. A segui­to del workshop internazionale Facciamo Centro, la discussione è andata nella direzione di modelli di sviluppo urbano sostenibile e l’implementazio­ne nel nuovo PSC (piano strutturale comunale) del Comune di Argelato. La realizzazione di una rete internazionale di Centri di Eccellenza è tra le iniziative di prossimo avvio, come anche l’at­tivazione di una summer school internazionale congiunta (Unibo e The Prince’s Foundation) già a partire dal 2008. La Foundation sta attivando accordi bilaterali con University of Oxford, Uni­versity of Notre Dame, University of Maryland e Università di Bologna.
“Bologna è il partner ideale per un confronto su queste tematiche - ha detto Steven Parissien della fondazione del Principe di Galles - perché esiste rispetto ad altri Paesi una tradizione più marcata della cosiddetta architettura umana, ov­vero l’uomo è posto al centro della pianificazione urbana”. Il progetto Facciamo Centro - ha conti­nuato - per noi è una realtà interessante perché dal piccolo centro si comprendono le modalità di vita della gente e si può partire per costruire un modello adattabile a realtà più grandi”.

 

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